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Pubblicazione del 24 ottobre 2025 sul sito Hiram.be:

«La pace non è un sogno, è una responsabilità. E ognuno di noi ne detiene una parte».

Hanna Assouline

Lo 29 agosto scorso vi abbiamo informato che il Grande Oriente di Svizzera aveva assegnato il suo secondo «Premio per l’impegno umanitario» a Hanna Assouline, regista, scrittrice, attivista pacifista e fondatrice del movimento Les Guerrières de la Paix (Le guerriere della pace) per il suo coraggioso e lucido impegno a favore del dialogo tra israeliani e palestinesi e per la sua instancabile difesa di una pace giusta, inclusiva e duratura.

Questo premio, che onora coloro che con la loro azione incarnano concretamente i valori umanistici, universalistici e fraterni, le è stato consegnato a Ginevra il 17 ottobre.

Nel suo discorso, il Gran Maestro del Grande Oriente della Svizzera Christophe Ravel ha ricordato che il G.O.S., obbedienza liberale e adogmatica, opera sin dalla sua creazione per far vivere i principi di libertà, uguaglianza, fraternità e progresso dell’umanità, al di là dei templi, nell’intera società. «Crediamo, ha affermato, che il pensiero abbia valore solo se si trasforma in azione e che il lavoro su se stessi abbia senso solo se contribuisce all’elevazione dell’umanità. (…) In un mondo in cui le urla spesso prevalgono sulle parole, in cui la divisione a volte prende il sopravvento sulla ragione, abbiamo scelto di onorare coloro che ricreano legami, placano le tensioni e costruiscono ponti tra i popoli. »

Ai numerosi partecipanti è stata poi offerta la proiezione del film « Résister pour la paix » (Resistere per la pace) di Hanna Assouline e Sonia Terrab.

La parola è stata poi data a Hanna Assouline, molto commossa, che ha pronunciato un messaggio di rara intensità. «Viviamo in un’epoca in cui la paura ha sostituito la sfumatura. Il rumore delle armi e quello delle opinioni estreme saturano tutto. Tra i due, rimangono i silenzi, i respiri, i gesti minuscoli che fanno la pace. È lì che lavoriamo“, ha dichiarato. Ha insistito sulla distinzione essenziale tra la cessazione dei combattimenti e la vera pace: ”Bisogna distinguere tra il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e un piano di pace. Fermare i combattimenti è vitale, ma la pace è un progetto di società, un orizzonte condiviso. “ Tornando sui recenti sforzi diplomatici, ha salutato il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Francia, ”un atto di giustizia che invia un messaggio di dignità a un popolo troppo a lungo privato di riconoscimento“. Ha aggiunto: ”Il riconoscimento non cancella gli ostacoli, ma disegna un orizzonte. E, paradossalmente, è anche una garanzia per Israele: quella della sua sicurezza a lungo termine. Durante tutto il dibattito, Hanna Assouline ha fornito un’analisi sia politica che umana degli attuali blocchi. Ha denunciato la tendenza a negare le asimmetrie tra i due popoli: « Non si può chiedere lo stesso tipo di mobilitazione a chi vive sotto occupazione e a chi vive in uno Stato. Ma questo non significa che non ci siano voci palestinesi a favore della pace. Esistono, parlano, anche sotto le bombe, ma non vengono ascoltate.“ Ha anche messo in guardia contro la polarizzazione del dibattito in Europa: ”Qui importiamo odi che non ci appartengono. Dobbiamo imparare a parlare del Medio Oriente senza chiuderci in esso. La pace non significa scegliere da che parte stare, significa rifiutare l’odio da entrambe le parti». Il tema dell’istruzione, a lei molto caro, è stato al centro del suo discorso: «La pace inizia nei libri. Bisogna insegnare la memoria dell’altro. In Israele, parlare della Nakba rimane un tabù. Da parte palestinese, alcuni racconti alimentano il dolore. Ma la verità non minaccia nessuno, libera». Rispondendo a una domanda sul ruolo delle donne nei processi di pace, ha precisato che: «Le donne non sono migliori degli uomini, ma spesso sono più vicine alla realtà. Sanno cosa distrugge la guerra, sanno cosa bisogna ricostruire. Non parlano di ideologia, ma di vita. Forse hanno una sensibilità superiore perché sono loro a dare la vita». E conclude: «Le nostre lacrime hanno lo stesso colore. Le nostre sofferenze non si oppongono, si sommano. Riconoscere il dolore dell’altro significa iniziare a guarire se stessi».

Il movimento da lei fondato, Les Guerrières de la Paix (Le guerriere della pace), porta avanti questa visione. Nato nel 2022, riunisce donne ebree, musulmane, cristiane e atee attorno a un impegno comune: «rifiutare l’ingiunzione di scegliere un campo di odio contro un altro». Attraverso forum internazionali, programmi educativi, proiezioni-dibattiti e un’intensa attività di advocacy presso le istituzioni europee, il movimento fa emergere una terza via, quella del coraggio, della sfumatura e del dialogo.

Onorando Hanna Assouline e il suo movimento Les Guerrières de la Paix, il Grand Orient de Suisse non solo ha celebrato una donna eccezionale, ma ha anche ricordato che la pace non è un sogno lontano: è una responsabilità collettiva, un’opera comune che ognuno può alimentare, con le parole e con i fatti.

I nostri ringraziamenti a Hiram.be per aver messo in evidenza le azioni del Grand Orient de Suisse e la serietà delle loro pubblicazioni.

Articolo originale: https://www.hiram.be/le-grand-orient-de-suisse-a-honore-hanna-assouline/