Il 31 maggio 2025, nel Gran Tempio Groussier del Grande Oriente di Francia, si è tenuta una conferenza pubblica storica, organizzata da diverse logge di diverse obedienze: La Fraternité Centrafricaine (GODF), Respect et Fraternité (GODF), Mosaïque Hiram, Claude et Catherine Helvétius, Le Levant (GLMF), République (GOCB) e Que Scay-je (DH). L’iniziativa ha riunito numerose obbedienze amiche, tra cui il Gran Oriente di Svizzera, invitato a partecipare.
È stata una delle prime volte in assoluto che questo grave conflitto contemporaneo è stato affrontato pubblicamente in un contesto massonico. Il conflitto, uno dei più sanguinosi dalla Seconda guerra mondiale, rimane largamente ignorato dai grandi media nonostante il suo impatto geopolitico continentale e internazionale.

Al centro della crisi c’è la regione orientale del Congo, dove operano numerosi gruppi armati. Tra questi, il Movimento 23 Marzo (M23), attualmente al centro delle tensioni, è accusato dalle autorità congolesi e da diversi rapporti internazionali di essere sostenuto dal Ruanda, anche se Kigali nega qualsiasi coinvolgimento diretto. Il M23 controlla oggi diverse zone strategiche, in particolare siti ricchi di coltan, un minerale fondamentale nella produzione di telefoni e dispositivi elettronici.
Il coltan, spesso estratto in condizioni drammatiche, viene regolarmente esportato illegalmente in Ruanda, che appare come uno dei primi esportatori mondiali, pur non possedendo giacimenti significativi sul proprio territorio. Questo paradosso alimenta le critiche sulle catene di approvvigionamento globalizzate e sulla responsabilità condivisa dei consumatori e degli Stati.
Di fronte a questa situazione, sullo sfondo della lotta tra grandi potenze per la sicurezza dell’approvvigionamento di minerali strategici, gli Stati Uniti hanno recentemente facilitato i negoziati tra la RDC e il Ruanda, cercando di combinare un accordo politico e un partenariato economico sulle risorse minerarie. Questo tipo di approccio, già osservato in altri conflitti come quello ucraino, si basa sull’idea che interessi economici meglio distribuiti possano contribuire alla pace. Tuttavia, il fallimento di queste discussioni rischia di prolungare la fragilità congolese, esposta alle rivalità regionali e internazionali.

I diritti umani rimangono al centro delle preoccupazioni. Organizzazioni come Amnesty International continuano a documentare le violenze commesse, mentre l’Unione europea è oggetto di critiche per i suoi accordi di importazione di minerali con il Ruanda, percepiti come una legittimazione indiretta del conflitto.
È stato anche evocato il silenzio diplomatico di alcuni paesi, come la Francia, senza dubbio legato alle complesse relazioni ereditate dal genocidio del 1994 e ai nuovi equilibri geopolitici in Africa.
Al termine della conferenza, le logge organizzatrici hanno letto una dichiarazione comune, in cui si chiede di portare alla luce questo conflitto e si invita tutti coloro che credono nella pace, nella giustizia e nella dignità umana a impegnarsi moralmente. Va notato che questa dichiarazione non impegna ufficialmente le obbedienze rappresentate, ma la loro stessa presenza in questa sede testimonia una crescente sensibilità verso queste questioni e una volontà comune di non distogliere lo sguardo.

Il Molto Rispettabile Fratello Christophe Ravel, Gran Maestro del Grande Oriente di Svizzera, ha ricordato al pubblico che, sebbene il testo della dichiarazione non vincoli giuridicamente la nostra obbedienza, ne condivide profondamente lo spirito. Ha espresso la volontà di dare risalto a questa conferenza e di sostenere ogni iniziativa volta a riportare la pace, il dialogo e la giustizia al centro dell’azione massonica. Il Gran Maestro intende dedicare le sue energie a incoraggiare la ricerca di soluzioni durature ai conflitti armati, laddove la voce dei massoni può portare chiarezza, consapevolezza e coraggio. La Svizzera ha alcune competenze e una posizione rilevante in materia.
Infine, ciascuno di noi è invitato a riflettere: ogni telefono che utilizziamo contiene un po’ di questa tragedia. Spetta a noi, come cittadini e massoni, aprire gli occhi sulle realtà di questo mondo e agire, anche in modo modesto, affinché le risorse della Terra non siano più una maledizione per coloro che le possiedono.